Stuck in place: confinamento e sopravvivenza a Borgo Mezzanone
 

di Rossella Forle’

Negli ultimi mesi le proteste globali di Black Lives Matter che hanno seguito la morte di George Floyd mi hanno fatto ripensare alla condizione in cui versano molte persone di colore nel mio pease. In Italia come in UK, in tutta Europa e USA, la discriminazione razziale è istituzionalizzata.

Per molti migranti e immigrati, l'Italia non è più un paese di transito e di integrazione, ma un luogo di confino e sfruttamento. L'applicazione di leggi più severe in materia di migrazione e asilo in Italia e in Europa ha solo peggiorato le condizioni già critiche del paese per quanto riguarda il sistema di accoglienza e il riconoscimento dei diritti fondamentali per i richiedenti asilo.

Da foggiana sono almeno 20 anni che sento parlare di Borgo Mezzanone e delle condizioni disumane in cui versano i gli abitanti del ghetto. Per il governo, Borgo Mezzanone non è che una questione di ordine pubblico. E a tutti gli altri semplicemente, non interessa. Sinistra inclusa. A parte Intersos e un paio di attivisti, qui non c’è nessuno. Stanno tutti su Facebook a dire: Black Lives Matter! Quindi ho voluto fare qualcosa di pratico e attraverso la mia piattaforma, fare luce sulla questione.

 
 

I migranti, nuovi schiavi del sistema liberista

Il modello di emergenza gestito dai governi italiani nel corso dei decenni ha contribuito a creare sentimenti di incertezza, precarietà e paura tra i migranti.

Privi di alternative nel presente e di prospettive per il loro futuro, un numero crescente di rifugiati e migranti con e senza documenti soccombono alla domanda di forza lavoro sottopagata e facilmente sfruttabile nel settore agricolo e finiscono per vivere in condizioni disumane e simili agli schiavi nei tanti bassifondi e ghetti sparsi in tutta Italia.

Questi spazi di confinamento e riduzione in schiavitù alimentano la "Ghetto Economy" del paese, la cui riproduzione si basa sempre più sull'offerta di manodopera a basso costo, sottopagata e sfruttabile; la stessa manodopera che aiuta a rendere il settore agricolo italiano (e non solo) competitivo a livello internazionale sui mercati globali. Borgo Mezzanone, un piccolo villaggio nella parte settentrionale della Puglia, è uno di questi luoghi.

A Borgo Mezzanone le pratiche storiche di asilo, confinamento, isolamento e sfruttamento si verificano simultaneamente, fianco a fianco, influenzando lo spazio, il luogo e le persone che vi abitano. Inoltre mostra da una parte le pratiche di sopravvivenza dei migranti e dall'altra come queste rimangono (e sono rese) invisibili agli occhi di tutti.

Decenni di politiche di asilo guidate da un paradigma basato sullo stato di emergenza hanno plasmato e riformato Borgo Mezzanone, creando uno spazio in cui convivono migranti della passata e della presente crisi dei rifugiati italiani ed europei.

 
 

 
 

In questa intervista, Daniela Zitarosa, Operatrice Umanitaria, ci ha raccontato del suo e del lavoro quotidiano di Intersos, non solo a Borgo Mezzanone ma in tutti gli insediamenti sparsi sul territorio di Capitanata.