"Il cambiamento climatico colpisce le donne più degli uomini, perché acuisce le discriminazioni dove già esistono" - Intervista a Caterina Sarfatti

Intervista di Rossella Forle’

Caterina Sarfatti è Head del Programma Inclusive Climate Action per C40 Cities, organizzazione che si occupa di supportare le città in tutto il mondo, nel portare avanti azioni audaci sul clima, aprendo la strada a un futuro più sano e sostenibile.

L’intervista a Caterina Sarfatti, si inserisce nella serie dedicata alle leader impegnate sul fronte ambientale, in vista dell’evento “Women’s Power in Politics” del 18 marzo a Milano, per la stesura del Patto delle Donne per l’Ambiente e il Clima, coordinato dagli Stati Generali delle Donne.

Per me è stato particolarmente emozionante poter dialogare con Caterina e condividere le reciproche prospettive sulla leadership al femminile e sul valore delle donne che con le loro azioni quotidiane, stanno attivamente contribuendo a migliorare il pianeta.

Ecco dunque un estratto della nostra conversazione.

Caterina Sarfatti

Caterina Sarfatti

01. Tu sei la Head del Programma Inclusive Climate Action per C40 Cities, organizzazione che si impegna quotidianamente a migliorare le condizioni del clima e dell’ambiente delle città. Che cosa fate nello specifico?

C40 Cities è una rete internazionale che unisce i sindaci delle più grandi megalopoli del mondo, contiamo al momento 94 città. Il progetto è stato lanciato da Ken Livingstone, ex sindaco di Londra che, nel 2005, coinvolse 13 sindaci a livello globale, per intervenire sul problema ambientale delle grandi metropoli.

C40 ha uno staff di circa 180 persone divise tra l’ufficio di Londra e di New York. Sosteniamo la leadership dei sindaci attraverso l’applicazione di good practice e lo scambio di saperi, sulla gestione di problemi legati allo sviluppo urbano, l’efficienza energetica, i rifiuti e i trasporti. La rete sostiene la leadership globale dei Sindaci, anche attraverso azioni di city diplomacy e a partnership a livello internazionale.

02. Quale credi sia l’apporto della leadership al femminile nel business?

Sul fronte ambientale la leadership al femminile è centrale. Tra le leadership storiche vi sono Vandana Shiva e Christiana Figueres, in ogni caso si stanno stagliando figure femminili molto forti, come quella di Greta Thunberg, per vari motivi.

Prima di tutto perché il cambiamento climatico colpisce le donne più degli uomini, in quanto acuisce le discriminazioni dove già esistono. Vari dati dimostrano che, dopo l’uragano Katrina, due terzi dei lavori sono stati persi dalle donne.

Dall’altro perché penso che vi sia una visione omnicomprensiva e trasversale, di cui le donne sono assolutamente portatrici. Quando si parla di lotta al cambiamento climatico, si affrontano questioni di natura politica, sociale ed economica. E le donne hanno la capacita di connettere i vari punti, in modo forse più naturale.

Una capacità che si manifesta su due livelli, nell’avere una visione ampia da un alto e dall’altro di avere la capacità più operativa di fare rete. Sono due cose molto legate ma anche differenti e c’è bisogno di entrambe.

03. Il soffitto di cristallo non è ancora stato distrutto, il numero delle donne in ruoli di leadership è ancora molto basso, si conta una donna ogni cinque uomini, come credi sia possibile ridurre il gender gap?

È un misto di cose, credo ci sia un aspetto culturale su cui piano piano si stanno facendo dei grossi passi in avanti e un aspetto legato alle regole, e alle politiche che vengono poi espresse dai vari governi e dalle istituzioni.

Una cosa su cui io insisto sempre molto è la questione della visibilità, come dicono spesso negli Stati Uniti - If you can’t see it you can’t be it - e credo sia molto importante rendere visibili le esperienze, non necessariamente quelle edulcorate ma anche quelle faticose.

C40 Cities ha un progetto molto bello, chiamato Women for Climate, fortemente voluto da Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi che ha come principio di fondo, mettere in contatto donne leader, sulle questioni ambientali in vari settori dalla politica, all’impresa, alla società civile, con giovani donne che vogliono iniziare una carriera professionale o politica legata a questi temi, attraverso un programma di mentorship.

Fino ad ora abbiamo coinvolto 700 donne. Diverse le città che hanno aderito tra cui Parigi, Quito e Tel Aviv, dove si sono tenuti programmi coordinati da C40.

Il principio è mostrare alle giovani donne che ci sono dei modelli di riferimento che, nonostante le difficolta, hanno raggiunto posizioni importanti, hanno fatto carriera e si sono distinte per la loro attività, questo da un punto di vista sociale e culturale.

Poi credo sia fondamentale introdurre delle regole da un punto di vista istituzionale, altrimenti il problema viene lasciato sulle spalle delle singole donne.

Servono degli interventi legislativi che favoriscano l’accesso delle donne al lavoro e alle carriere di leadership a tutte. Spesso infatti entrano in gioco altre discriminazioni di natura sociale ed economica, pertanto solo se hai un certo tipo di supporto e di rete, riesci a farcela.

In Italia sono due gli aspetti che dovrebbero essere affrontati con una certa urgenza, uno è il gap salariale che in Italia raggiunge il 40%, il secondo è il congedo di paternità, permettendo agli uomini per legge di prendere non un giorno, ma almeno tre o quattro mesi, rendendolo non solo accessibile ma anche obbligatorio.

04. Cosa consiglieresti ad una Caterina 20enne oggi?

Sembrerà banale ma le consiglierei di non aver paura di sbagliare, a 20 anni mi sembrava tutto molto definitivo, credevo che se avessi fatto delle scelte, ne avrei perse altre, mentre non c’è niente che sia definitivo.

La vita ti riserva sempre delle sorprese, non sempre positive, che possono farti cambiare direzione. Tutto è molto fluido e possono succedere delle cose che non ti aspetti, con cui devi fare i conti.

Le direi di non aver paura di sbagliare e di essere sempre energica e positiva. L’importante è trovare un filo rosso nelle cose che ci capitano, sistematizzarle in modo da generare qualcosa di positivo, ma non per forza questo percorso è lineare.